Interesantno je da je smanjivanje proizvodnje u prošlosti uglavnom bio signal za rast cijene.
A sada je kontra.Smiješno
Poštovani kolega lime,
cijenu određuju očekivanja, a pad cijene znači da je rezanje proizvodnje bilo manje od očekivanog. Druga mogućnost je da je porast cijene sirove nafte uoči donošenja OPEC-ove odluke bio posljedica “pumpanja”, odnosno vršenja pritiska na OPEC da ne sreže dnevnu proizvodnju za 2,5 milijuna barela koliko su tražili Iran i Venecuela. Na žalost, ne raspolažem niti sa dovoljno vremena niti sa dovoljno podataka da ekonometrijski procijenim elastičnost krivulja ponude i potražnje za naftom.
Drollas: «Il taglio della produzione del greggio? Sarà ridotto»
dal nostro inviato Roberto Bongiorni
commenti – | | 25 ottobre 2008
VIENNA – «E’ un taglio produttivo solo sulla carta, in realtà le cose andranno diversamente». Leonidas Drollas, 60 anni, capo economista e vicedirettore del Centre for Global Energies Studies di Londra, non ha dubbi. Per lui, veterano dei mercati petroliferi che si è guadagnato la nomea di uno degli analisti più autorevoli del mondo, le realtà è un’altra.
Mr. Drollas, 1,5 milioni di barili al giorno, il taglio delle quote produttive deciso venerdì dall’Opec, è una riduzione molto consistente.
Mi creda, non taglieranno mai di così tanto. Al massimo, l’organizzazione, complessivamente, ridurrà la produzione di 500mila barili al giorno. D’altronde con la sua nuova quota l’Arabia Saudita dovrebbe diminuire l’estrazione di 466mila barili al giorno. Che diventano un milione se si aggiunge la sua sovrapproduzione calcolata in settembre. Le sembra credibile? I mercati lo hanno capito subito, e hanno reagito di conseguenza, con una discesa dei prezzi. Anche perché ridurre la produzione significa vedere le entrate erodersi. E la disciplina non è il punto forte dell’Opec. Se non lo fanno tutti, il Paese che riduce la produzione vedrà le sue entrate calare mentre gli altri continuano a incassare, anche se non più come prima.
Ma diversi analisti concordano che a guidare la discesa dei prezzi del petrolio è soprattutto una sensibile riduzione della domanda di greggio.
La domanda è scesa, non ci sono dubbi e dimunuirà ancora. Ma molti analisti calcolano una contrazione eccessiva dei consumi nel primo semestre del 2009. Negli Stati Uniti il calo dei consumi è stato marcato, in Europa è stagnante, ma in altri Paesi emergenti la crescita della domanda, pur spuntata, continua a restare solida. Cosa ha portato a questa contrazione? Innanzitutto il mondo sta scontando la crisi finanziaria e quella che si profila come una recessione. Inoltre il prezzo del barile ben sopra i 100 dollari per così tanti mesi ha ridotto i consumi incentivando una maggiore efficienza nel risparmio energetico.
A questo punto fin dove scenderanno i prezzi del petrolio?
Dipende. Se l’Opec taglierà realmente, e non solo sulla carta, le quote anche nei prossimi vertici, allora è un altro discorso. Ma non sono di questo avviso. Io credo che i prezzi possano cadere intorno ai 50 dollari al barile. Nel 2009 il barile potrebbe assestarsi in un range tra i 50 e i 70 dollari. Certo il barile a 130 dollari, ma anche a 100 dollari, non lo vedremo ancora per molto tempo.